‘Un grande strumento missionario’
Decenni prima che le donne fossero chiamate a predicare il Vangelo come missionarie a tempo pieno, le donne di tutta la Missione Britannica distribuivano libri e condividevano la propria testimonianza per conto loro.
Ann Sophia Jones Rosser era una leggenda per la sua tenacia nel condividere il Vangelo. In un solo giorno, alla prima convertita gallese fu attribuita la distribuzione di cinquanta opuscoli e la vendita di sette copie del Libro di Mormon — opera che, a quanto si dice, portò alla conversione di dodici persone. In seguito fu scritto di lei che prese “parte attiva nel Vangelo, facendo sempre del suo meglio per annunciarne la ‘buona notizia’”1
Eppure la Rosser, che si unì alla Chiesa all’inizio del 1850, non fu mai messa a parte come missionaria, il suo impegno nel proclamare il Vangelo precedette di decenni la chiamata delle donne della Chiesa alle missioni di proselitismo. Come a tante altre donne prima e dopo di lei, ad Ann Sophia Jones Rosser non serviva una chiamata per svolgere l’opera.
La predicazione della Rosser potrebbe essere avvenuta come parte di un piano simile a quello esposto nel 1851 da Eli B. Kelsey, presidente della Conferenza di Londra. Nel numero di gennaio del Millennial Star Kelsey scrisse di un piano ambizioso per distribuire venticinquemila opuscoli — acquistati dai membri — nella sua zona. Per farlo, egli fece appello a “ogni santo fedele e di robusta costituzione, le cui circostanze gli [permettessero] di contribuire al diffondersi della parola di Dio”.
“Che gloriosa opportunità”, scrisse, “per i giovani e le fanciulle di dimostrarsi degni. […] La mente di ciascuno è del tutto preparata a entrare nella buona opera con energia e zelo”.
Secondo il piano di Kelsey, gli uomini e le donne che distribuivano gli opuscoli sarebbero stati attaccati e sarebbe stato chiesto loro di fornire le ragioni della speranza che nutrivano. Tale richiesta, disse, avrebbe portato i santi a “studiare, meditare e pregare per poter ottenere conoscenza” sufficiente a rendere testimonianza mentre svolgevano l’opera.2
Quattro mesi più tardi, Kelsey riportò sullo Star che gli sforzi dei membri avevano portato a un numero di battesimi compreso tra trecento e quattrocento. “E, secondo i rapporti mensili”, scrisse, “le previsioni sono davvero più che rosee perché la crescita sia molto più cospicua nei prossimi tre mesi. Gli opuscoli ora in circolazione in questa Conferenza sono ventimila; questo numero salirà a trentamila entro il primo giugno”3
[Le donne sono] in un certo senso predicatrici; e hanno portato i loro sermoni nella casa del ricco e del povero, perché fossero letti accanto al camino da coloro che, se non fosse stato per questo, non avrebbero ascoltato la predicazione degli anziani”.
Edward Tullidge
Le donne mormoni
Le donne mormoni
Nel 1877 Edward Tullidge riportò che “le associazioni di proselitismo porta a porta” come quella formata da Kelsey erano una caratteristica delle città grandi e piccole di tutta la Missione Britannica, in cui le donne, secondo le sue affermazioni, “avevano migliori opportunità missionarie che in America”4
In Inghilterra, Scozia e Galles, le sorelle che distribuivano opuscoli erano “in un certo senso predicatrici; e [portarono] i loro sermoni nella casa del ricco e del povero, perché fossero letti accanto al camino da coloro che, se non fosse stato per questo, non avrebbero ascoltato la predicazione degli anziani”.
Migliaia di donne parteciparono a queste associazioni altamente organizzate di proselitismo porta a porta, in cui ci si riuniva una volta al mese, si tracciavano i distretti e i rapporti regolari erano la norma. Anche se negli anni sono rimasti pochi esempi specifici oltre a quello di Ann Sophia Jones Rosser, Tullidge riportò che, in una sola volta, le donne della Chiesa avevano distribuito mezzo milione di opuscoli di Orson Pratt.5
“In breve“, scrisse, “le sorelle, nell’opera svolta all’estero, erano una grande forza missionaria”6
Nel 1883, le associazioni di proselitismo porta a porta ricevettero una spinta quando la Chiesa iniziò ad acquistare gli opuscoli allo scopo di distribuirli “come mezzo per avvertire le persone, per far conoscere le [proprie] dottrine, per acquisire nuovi conoscenti e per preparare la via alla predicazione all’aperto” nella Missione Britannica. Oltre a essere rifornite di opuscoli, le congregazioni locali ricevettero le seguenti istruzioni: “Organizzate tra i membri che rientrano nella [vostra] giurisdizione associazioni di proselitismo porta a porta laddove ancora non esistono. Includete sia le sorelle sia i fratelli, purché siano persone di buona reputazione, il cui carattere non causi disapprovazione nei confronti della causa”. Come in precedenza, gli uomini e le donne che distribuivano gli opuscoli ricevettero la direttiva seguente: “Invitate a uno studio scrupoloso dei principi trattati nell’opuscolo e offritevi di rispondere a qualsiasi domanda possa essere posta per ottenere informazioni al riguardo. Comunicate anche l’ora e il luogo delle riunioni e invitate le persone a parteciparvi”7
Le donne della Chiesa ricevettero il mandato di agire come missionarie messe a parte solo poco prima dell’inizio del XX secolo. Prima di allora, alcune donne della Chiesa erano riluttanti a usurpare ciò che ritenevano fosse un dovere del sacerdozio. Eppure, migliaia di altre donne prendevano parte con entusiasmo alle associazioni di proselitismo porta a porta, impegnandosi in quella che oggi potremmo chiamare “opera membro–missionario”.
“Ciascuno di noi ha un’opera da svolgere”, scrisse Elicia Grist nel 1861, rivolgendosi alle donne della Chiesa britanniche. “Ci viene offerta ampia opportunità di rendere testimonianza e di esercitare i doni dello Spirito. Quante volte, nelle nostre riunioni, siamo state testimoni delle chiare manifestazioni del potere di Dio? In molte occasioni, quando abbiamo assistito a queste ispirazioni sante, la nostra testimonianza può aver spinto qualcuno dei presenti a riflettere più approfonditamente e con più attenzione su ciò che era stato detto. Lo stesso può essere fatto in altre occasioni, mentre ci troviamo in compagnia del nostro vicino o di un gentile visitatore, che forse può averci interpellato perché desidera prendere in prestito alcuni libri. Quella può essere l’occasione di conversare sui principi della Chiesa nonché di promulgare l’opera della Chiesa; e chissà che in questo modo non possiamo essere i mezzi per convincere qualche onesto amante della verità e per mostrargli la via della salvezza!”8